Consumatori consapevoli non si nasce, si diventa

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Consumatori consapevoli non si nasce, si diventa

CONSUMATORI CONSAPEVOLI NON SI NASCE, SI DIVENTA.

Torniamo a dare il giusto valore a quello che compriamo.

Alla base del consumo consapevole sta un concetto molto semplice. Ogni volta che compri qualcosa, ogni volta che metti mano al portafogli, stai dando il tuo consenso ad un sistema di valori.

Il consumatore consapevole non si dissocia da ciò che acquista ma è consapevole (appunto) di avere un ruolo attivo nella catena che ha permesso a quel prodotto di entrare nella sua borsa della spesa.

Essere consumatori consapevoli è fondamentale oggi più che mai perché problemi urgenti stanno affliggendo la nostra società. Problemi di natura ambientale, sociale ed economica. E per guardare alla radice di questi problemi non possiamo prescindere dal nostro modo di consumare. In una società che ci vuole consumatori prima che individui, abbiamo il dovere di fare valere il grande potere che abbiamo.

Dietro ogni prodotto c’è un mondo.

Se ci soffermiamo ad osservare, dietro ad ogni cosa che compriamo non c’è soltanto un prodotto, c’è una materia prima che è stata estratta, che ha subito una lavorazione e che fatto un lungo viaggio, passando attraverso le mani di tanti lavoratori; c’è un’azienda che ha dato lavoro a quelle persone, e molto spesso, c’è  un coltivatore che ha prodotto la materia prima. C’è una materia prima che dopo essere stata utilizzata, andrà smaltita in qualche modo. Dentro alla confezione che stiamo rigirando tra le mani c’è tutto questo. Un mondo e un intero sistema di valori.

Noi, scegliendo quel prodotto tra mille altri simili, stiamo di fatto approvando quei valori.

Se devi consumare, fallo consapevolmente

È un lavoro difficile, ma non ci si può più girare dall’altra parte. Le urgenze sociali, climatiche e ambientali ce lo stanno urlando a gran voce. E se anche dell’ambiente non ce ne importasse niente, un consumo consapevole ha ricadute positive anche sulla nostra salute e su quella degli altri.

La cultura del troppo a troppo poco

Quello che ci ha portato a questa situazione è stata la volontà di avere di più, sempre di più, al minor prezzo. Vestiti a poco più di dieci euro da buttare alla fine della stagione; mobili usa e getta, due etti di carne a poco più di un euro.

Ma questo risparmio di cui ci avvantaggiamo, sulle spalle di chi o cosa grava?

Molto spesso sulle spalle dell’ambiente o dei lavoratori di altre zone del mondo.

Prima di tutto impariamo a consumare sobrio…

Alla base del consumo consapevole sta il consumare meno possibile. Mangiamo meno, compriamo meno cose, prima di acquistare qualcosa chiediamoci quanto veramente ci serve. Investiamo in prodotti di qualità, più durevoli e prodotti con criteri sostenibili.

…e ridiamo alle cose il valore perduto.

Riavvolgiamo il nastro di 50 anni. A prima che la società del consumo prendesse il sopravvento. Riavvolgiamo il nastro e rivediamo il presente consapevoli dei lussi e le comodità che abbiamo oggi, ma ridando alle cose il valore perduto, come facevano le nostre nonne.

Questo significa riconoscere il giusto valore alla bistecca che abbiamo nel piatto. Non posso pretendere di pagarla un euro e mezzo e mangiarla tutti i giorni. Pagare quella bistecca il giusto significa anche remunerare i lavoratori che l’hanno portata sul mio piatto, permettere agli allevatori di ricorrere a metodi di allevamento più etici ma più costosi. E se le finanze scarseggiano, semplicemente, consumiamo meno. Mangiamo la bistecca una volta al mese. Nella misura ne gioverà anche la nostra salute.

Come pareggiare i conti a fine mese, facendo una spesa sostenibile

Non raccontiamoci bugie. Consumare in modo consapevole presuppone un certo dispendio di tempo e di denaro. I prodotti sostenibili sono, generalmente più costosi.
Ma consumando in modo più sobrio, i conti a fine mese si pareggiano. Avremo investito in beni più durevoli, meno impattanti sull’ambiente e che non necessitano di essere smaltiti a breve termine.

Infine, l’educazione al consumo è una questione culturale fondamentale che va tramandata alle generazioni future. La società consumistica ci ha allevato come dei bambini che vogliono sempre tutto e subito. Ritorniamo a riprenderci il lusso di desiderare qualcosa e, una volta che lo abbiamo ottenuto, a riconoscergli il giusto valore, senza passare subito al prossimo desiderio.